HABITOUT

(…) Infatti, il confine tra “polis” e “natura” è stato cancellato. La città degli uomini, un tempo un’enclave nel mondo non-umano, si estende ora alla totalità della natura terrena e ne usurpa il posto. La differenza tra l’artificiale e il naturale è sparita, il naturale è stato fagocitato dalla sfera dell’artificiale; e allo stesso tempo la totalità degli artefatti, le opere dell’uomo che, come mondo, operano su e per mezzo di lui, producono un tipo nuovo di “natura”, ossia una peculiare necessità dinamica con la quale la libertà umana si trova a essere confrontata in un senso del tutto nuovo. (…)

Hans Jonas, Il principio responsabilità. Un’etica per la civiltà tecnologica. A cura di Pier Paolo Portinaro, 1990 Giulio Einaudi editore s.p.a, Torino

(…) Denn die Grenze zwischen «staat» (polis) und «natur» ist aufgehoben worden:
Die Stadt der Menschen, einstmals eine Enklave in der nichtmenschlichen Welt,
breitet sich über das Ganze der irdischen Natur aus und usurpiert ihren Platz.
Der Unterschied zwischen dem Künstlichen und dem Natürlichen ist verschwunden,
das Natürliche ist von der Sphäre des Künstlichen verschlungen worden;
und gleichzeitig erzeugt das totale Artefakt, die zur Welt gewordenen Werke des Menschen, die auf ihn und durch ihn selbst wirken, eine neue Art von «natur»,
das heißt eine eigene dynamische Notwendigkeit, mit der die menschliche Freiheit
in einem gänzlich neuen Sinn konfrontiert ist. (…)

Hans Jonas, Das Prinzip Verantwortung, Versuch einer Ethik für die technologische Zivilisation, 1979 Insel Verlag, Frankfurt am Main

IL PROGETTO

Sappiamo che i cambiamenti climatici in corso sono da imputare soprattutto alla massiccia azione dell’uomo, studiati e noti ormai da anni, stanno modificando velocemente l’orizzonte della nostra qualità di vita. Riscaldamento globale, acidificazione degli oceani, buco dell’ozono, eccessivo uso d’acqua dolce, inquinamento di aria, acqua e suolo, perdita di biodiversità, sono alcuni dei caratteri dell’Antropocene[1].
In passato il clima terrestre è sempre cambiato per cause naturali ma il riscaldamento attuale è di sicuro dovuto alla crescente emissione di gas serra conseguente all’utilizzo di combustibili fossili, alla deforestazione, come pure all’allevamento intensivo di bovini e altri animali.
Le future generazioni dovranno confrontarsi molto probabilmente con un ambiente impoverito, sottoposto a irreversibili dinamiche fisiche planetarie che metteranno a rischio salute e benessere.
Gli appelli ad un Principio di responsabilità[2] giungono con sempre maggiore intensità da ogni dove, chiedendo di agire con urgenza e invocando la necessità di rifondare l’economia su basi sostenibili.
Ci si dovrebbe dunque aspettare una forte convergenza trasversale su questi temi all’interno della società dove un numero sempre maggiore di scienziati, attivisti, politici, intellettuali, giornalisti, cittadini, ecc., riconoscendo l’assoluta urgenza della situazione, hanno già avuto modo da tempo di riflettere sulle criticità dei nostri attuali comportamenti e stili di vita che non ci possiamo più permettere. Purtroppo la verità è che ancora oggi si tende ad invocare continuamente la crescita economica la quale, come ben sappiamo, non potrà svilupparsi in maniera infinita in un mondo finito.

Non è più il tempo di esercizi alibi, di maneggi, di tentennamenti; siamo vicini al punto di non ritorno, Non c’è più tempo[3].

Da qualche anno, anche in Ticino e più in generale in Svizzera, si nota una certa idea di consapevolezza verso i temi e le problematiche accennate basti pensare alla maggiore attenzione sul tema dei rifiuti come pure a progetti e investimenti in energie rinnovabili.
Si è inoltre fatto molto per un’attiva politica della mobilità, dei trasporti a basse emissioni e ad una maggiore attenzione al ruolo dello sviluppo territoriale. Più in generale si potrebbe elencare tutte le buone pratiche che sono state attivate anche dalle Associazioni del territorio, dagli Enti e dalle Istituzioni a tutela dell’ambiente.

Siamo a conoscenza ad esempio del grande lavoro svolto nel nostro paese dall’ARE e dall’UFAM[4] per sensibilizzare e promuovere progetti innovativi e virtuosi, in particolare, in vista dell’attuazione dell’Agenda 2030, l’ARE ha dato avvio anche al Programma di incentivazione per lo sviluppo sostenibile 2020 – 2021 “Stili di vita sostenibili – un vantaggio per il clima e la biodiversità”.

Come scriveva la Signora Maria Lezzi, Direttrice ARE già nel suo Editoriale 02.2020 di Forum “I cambiamenti climatici – il ruolo dello sviluppo territoriale”, – se vogliamo raggiungere gli obiettivi climatici non possiamo permetterci che ognuno vada per la propria strada, partendo da zero e dunque è imperativo e urgente impegnarsi per trovare soluzioni appropriate ed efficaci[5].
Anche se molto è stato fatto ci domandiamo però se quanto messo in campo sarà sufficiente perché la sensazione è quella che non stia cambiando nel mondo, in fondo, veramente nulla.
A volte abbiamo l’impressione che non si riesca collettivamente a compiere sforzi davvero significativi per cambiare i comportamenti sia a livello micro che macro.

Dal 2016 la nostra associazione[6] si è attivata per promuovere, nel nostro piccolo, azioni nel territorio a favore di progetti condivisi con le Istituzioni cantonali, gli Enti, le Scuole e più in generale attraverso gli stimoli provenienti da una sempre più numerosa fetta di società che chiede di poter essere protagonista ascoltata, artefice di un nuovo modello di sviluppo più equo e sostenibile.
La nota pandemia ha ulteriormente messo in crisi il nostro modo di abitare il mondo, generando e amplificando angoscia e senso di smarrimento anche, e soprattutto, nelle nuove generazioni. Costretti a cedere sempre più della nostra libertà per un po’ più di sicurezza, dobbiamo a questo punto rivedere alcune delle nostre abitudini. Qualcuno di noi sente inoltre la necessità di ristabilire nuove relazioni meno alienanti con il mondo naturale.
Vogliamo rimetterci in cammino, viaggiare leggeri, scoprire nuovi sentieri e, se fosse il caso, essere pronti a fare un salto per recuperare il tempo perso incamminandoci verso un’economia maggiormente circolare e inclusiva.
Infine questo nostro agire vorrebbe favorire la consapevolezza riguardo
la necessità e l’urgenza di una soglia limite fra spazio antropizzato e natura di prossimità, dove l’attenzione sia allargata all’ambiente e a tutto ciò che è extraumano.
Considerare inoltre imprescindibile una ontologia ecologica[7] tra uomo e natura, praticare un modello alternativo (mutuo appoggio[8]) dove la collaborazione sia prossima alle Comunità naturali e sociali[9].
Siamo d’altro canto coscienti che le trasformazioni in corso sul nostro pianeta non possono essere prese a carico e risolte solo con nuove leggi, direttive e tasse imposte dall’alto o prese a carico da singole iniziative di persone appartenenti a comunità già sensibili a questi temi. È pertanto urgente promuovere una nuova etica degli enti di natura[10] coinvolgendo attivamente nei processi decisionali anche le future generazioni stimolando e praticando nuovi approcci al modo di frequentare il mondo attraverso un’aumentata consapevolezza del proprio agire a fini sostenibili.

Per sostenibilità si intende oggi un concetto che unisce quella ambientale, quella sociale e quella economica.
Più in generale ci riferiamo alla definizione proposta dalla Presidente della Commissione mondiale Ambiente e Sviluppo (World Commission on Evironment and Development, WCED) Gro Harlem Brundtland, e presentata nel rapporto “Our common future” che indicava: “Lo sviluppo sostenibile è quello sviluppo che consente alla generazione presente di soddisfare i propri bisogni senza compromettere la possibilità delle generazioni future di soddisfare i propri”.

Ma per tentare di raccogliere la sfida verso un inevitabile cambio culturale che ci attende, la nostra specie dovrà essere in grado di saper approntare per le prossime generazioni nuove mappe emotive e cognitive11 che fungano da supporto per comprendere le profonde trasformazioni in corso nel mondo e nel territorio che ci ospita, necessarie per rileggere e interpretare la realtà attraverso nuovi modelli e orizzonti di senso[12].
Sono necessarie azioni prossime a noi che sappiano trasmettere quei valori dei quali abbiamo brevemente accennato, che offrano momenti profondi di riflessione in contrapposizione all’offerta ipertrofica della routine consumistica alla quale siamo sottoposti nella società accelerata delle tecnologie di massa.
Dobbiamo imparare dunque a fare i conti con nuovi sentieri, frequentare e abitare una nuova etica, un nuovo modo di guardare al mondo. Un’Etica del viandante[13].

Praticare il passo, cercare antichi sentieri e nuove vie, aggiustare il ritmo del cuore, mettersi in ascolto, riflettere criticamente aprendosi ad una necessaria transizione ecologica, prepararsi attivamente al cambiamento prima che questo venga imposto, a breve, dagli eventi.


habitout [14] – una rete di rifugi urbani autonomi
A seguito di quanto precedentemente esposto vogliamo portare alla vostra attenzione il progetto denominato habitout, iniziativa elaborata e promossa negli anni da parte della nostra associazione con l’accompagnamento e il sostegno di federlegno.ch in rappresentanza della filiera Bosco-Legno cantonale e dalla piattaforma di riqualificazione professionale InnoPark Svizzera SA.
Il progetto ha preso avvio nel 2016 durante il “Workshop Hotel Ticino” in collaborazione inoltre con il Corso di laurea in architettura del DACD della SUPSI a Lugano, l’Istituto di Sostenibilità Applicata all’Ambiente Costruito ISAAC SUPSI e TicinoTurismo.

habitout è stato inoltre portato a conoscenza del Dipartimento del Territorio DT e del Dipartimento delle Finanze e dell’Economia DFE, riscuotendo un certo interesse.

RifugiUrbani si propone di dare seguito a questa proposta alternativa di accoglienza estesa, attraverso la creazione in futuro di una rete interconnessa nel territorio cantonale di una decina di rifugi denominati appunto habitout, ai quali poter accedere per brevi soggiorni di interesse naturalistico-didattico, culturale e sociale.
L’obiettivo è di creare di fatto una rete pubblica, accessibile ai cittadini, ai turisti in casa e ai viaggiatori di giornata, promuovendo contemporaneamente una visione sistemica delle Aree di svago di prossimità (Scheda R9 – PD cantonale)[15]. Il luogo individuato per un primo prototipo si trova nel Comune di Monteceneri, discrimine geografico fra Sotto e Sopraceneri, posizionato al limitare della zona edificabile, in prossimità del bosco. Questo luogo, situato in ambito periurbano, è sensibile alla visione qualitativa che il Dipartimento del territorio aveva già a suo tempo inteso approfondire nell’ottica di un miglioramento degli spazi di vita nel pieno rispetto della natura, compatibilmente con la situazione del territorio, sino ad inserirla nel Piano Direttore cantonale.
Ai viaggiatori che scollinano lungo la pista ciclabile nazionale, quelli che percorrono i numerosi sentieri regionali o gli antichi cammini delle genti, si offre un riparo per la notte dove fermarsi per riposare, rinfrescarsi, approfittando dell’occasione offerta da quel luogo, riscoperto grazie alla

mobilità lenta e/o attraverso l’utilizzo dei mezzi pubblici, per abitare l’inatteso e il provvisorio con la semplicità e la sobrietà che accompagna il Viandante lungo il suo cammino.

Questi bivacchi urbani protetti, ecosostenibili, sono stati pensati per essere frequentati anche da nuovi esploratori, Promadic Travelers post-pandemici appartenenti alla generazione Z[16], giovani nomadi che dimostrano maggiore attenzione e sensibilità preferendo forme di viaggio attente all’ambiente e il contatto con proposte di alloggio sobrie e a basse emissioni di CO2, alla ricerca di nuovi valori ed equilibri. Questi “rifugi urbani”, parenti prossimi dei “rifugi alpini”, sono ideali anche per famiglie, anziani e giovani di tutte le età che cercano un contatto reale con il territorio, disposti ad un’esperienza unica nel suo genere garantita da impronta eco-consapevole, complementari ad altre offerte turistiche più diffuse.

Gli habitout sono piccoli spazi autonomi di soggiorno temporaneo, cellule ecologiche minime di ricovero costruite attraverso la messa in opera di lavorati provenienti dal lavoro della filiera Bosco-Legno indigena e della Svizzera (cfr. federlegno.ch – Progetto cantonale per la valorizzazione del legname frondifero cantonale)[17]. Come piccoli rifugi potranno ospitare un ristretto gruppo di persone (quattro o cinque) per un breve periodo (uno o due giorni) le quali desiderano avvicinarsi con rispetto agli spazi naturali di prossimità, in maniera indipendente, lontano dalla frenesia del vivere contemporaneo riscoprendo angoli di Ticino inattesi. Questi rifugi si distinguono da quelli di montagna in quanto saranno localizzati alle quote medio e basse del nostro territorio, anche in zone periurbane, e si potranno facilmente riservare tramite App oppure utilizzati ad esempio come piccole aule nel bosco o interessati da altre iniziative che sostengono i principi ricordati in precedenza.
Caratterizzati da una sobria impronta architettonica contemporanea e da un impiego parsimonioso di risorse naturali, sono stati pensati anche per promuovere standard energetici efficienti e, grazie ad un monitoraggio in tempo reale dei consumi dell’edificio, contenere e ridurre al massimo gli sprechi.

Si garantirà il riuso delle acque meteoriche, la ricarica di dispositivi e delle biciclette elettriche tramite l’energia autoprodotta come pure il trattamento delle acquee reflue attraverso fitodepurazione. Ci sarà inoltre la possibilità, dove possibile, di far capo ad un piccolo orto urbano per erbe aromatiche e qualche verdura di stagione. Gli habitout verrebbero messi a disposizione e gestiti autonomamente dai Comuni interessati nel partecipare a questa iniziativa unica nel suo genere, progettati in maniera partecipativa a seconda dei bisogni e delle particolarità specifiche per una durata temporale compatibile con lo sviluppo potenziale dell’iniziativa. Il Canton Ticino potrebbe ulteriormente promuovere questa iniziativa verso gli altri cantoni favorendo così una rete interconnessa di habitout a livello svizzero.

habitout – agenda 2030 [18]
Attraverso questa iniziativa rifugiurbani intende contribuire a stimolare, tramite un progetto condiviso con il territorio, l’importanza fondamentale della biodiversità negli spazi verdi di prossimità, promuovendo a livello locale piccole azioni di adattamento alle conseguenze in corso dei cambiamenti climatici.
In particolare si vorrebbe fare riferimento ai 17 obiettivi di sviluppo sostenibile OSS (Sustainable Development Goals SDGs) che costituiscono il nucleo vitale dell’Agenda 2030 che le Nazioni Unite hanno adottato all’unanimità il 25 settembre 2015 e che rappresenta, fino al 2030, il quadro di riferimento globale. La Svizzera si è impegnata ad attuare l’Agenda 2030 a livello nazionale sia internazionale. Il Consiglio federale ha dunque posto le basi necessarie per la creazione anche a livello svizzero di una strategia di adattamento ai cambiamenti climatici in Svizzera attraverso un piano d’azione 2020 – 2025.

Gli HabitOUT sono piccoli spazi autonomi di soggiorno temporaneo, cellule ecologiche minime di ricovero costruite attraverso la messa in opera di lavorati provenienti dalla filiera bosco-legno del territorio e Svizzera (si veda progetto cantonale di federlegno.ch).
Come piccoli rifugi potranno ospitare un ristretto gruppo di persone (quattro o cinque) per un breve periodo (uno o due giorni) le quali desiderano avvicinarsi con rispetto agli spazi naturali di prossimità, lontano dai rumori e dalla frenesia del vivere moderno per scoprire angoli di Ticino inattesi.
I nostri rifugi urbani si differenziano da quelli alpini in quanto sono localizzati alle quote medie e basse del nostro territorio, anche in zone periurbane, e si potranno riservare per un “bivacco urbano protetto” tramite App oppure utilizzati ad esempio come piccole aule nel bosco o interessati da iniziative che sostengono i principi ricordati in precedenza.
Caratterizzati da un’impronta architettonica contemporanea, queste soste situate lungo il cammino, pensate ex-novo o attraverso il recupero e la rilettura di strutture preesistenti, potranno offrire accoglienza a chi intende riscoprire il valore del contatto con la natura e dell’incontro autentico con il territorio e le sue peculiarità.
Saranno progettati per promuovere standard energetici efficienti, ed ai fruitori sarà offerta la possibilità di accedere in tempo reale, attraverso un controllo domotico intuitivo, a diverse informazioni generali riguardanti, ad esempio, il monitoraggio in tempo reale dello stato dei consumi dell’edificio per contenere e ridurre sprechi, il riuso delle acque meteoriche, la ricarica di biciclette elettriche attraverso l’energia auto prodotta sino alla proposta di un piccolo biotopo per il riciclo delle acque reflue ed un orto urbano sul posto. Più in generale si potrà interagire con quelle qualitative e sensoriali legate alla sua fruizione, a quelle di relazione ambientale con il territorio sia alle informazioni prettamente turistiche-culturali.
Gli HabitOUT verrebbero messi a disposizione e gestiti autonomamente dai Comuni interessati a partecipare a questa iniziativa unica nel suo genere, progettati in maniera partecipativa a seconda dei bisogni e delle particolarità specifiche per una durata temporale compatibile con lo sviluppo potenziale dell’iniziativa.
Il Canton Ticino potrebbe ulteriormente promuovere questa iniziativa verso gli altri cantoni favorendo così una rete interconnessa di HabitOUT a livello svizzero.

Siamo coscienti che le trasformazioni in corso sul nostro pianeta non possono essere prese a carico e risolte solo con delle direttive imposte dall’alto o risolte da singole iniziative di cittadini sensibili e responsabili. Sarà pertanto necessario promuovere una nuova Etica degli enti di natura coinvolgendo attivamente nei processi decisionali anche le future generazioni stimolando e praticando nuovi approcci al modo di frequentare il mondo attraverso un’aumentata consapevolezza del proprio agire a fini sostenibili. Intendiamo per sostenibilità un concetto globale che nel nostro caso unisce quella ambientale, quella sociale e quella economica. Più in generale ci riferiamo alla definizione proposta dalla Presidente della Commissione mondiale Ambiente e Sviluppo (World Commission on Evironment and Development, WCED) Gro Harlem Brundtland, e presentata nel rapporto “Our common future” che indicava:
“Lo sviluppo sostenibile é quello sviluppo che consente alla generazione presente di soddisfare i propri bisogni senza compromettere la possibilità delle generazioni future di soddisfare i propri”.
Per tentare di raccogliere la sfida verso un inevitabile cambio culturale che ci attende, dovremo saper approntare per le prossime generazioni nuove mappe emotive e cognitive che fungano da supporto per comprendere le profonde trasformazioni in corso nel mondo e nel territorio che ci ospita, necessarie per ri-leggere e interpretare la realtà attraverso nuovi modelli e orizzonti di senso.

Praticare il passo, cercare antichi sentieri e nuove vie, aggiustare il ritmo del cuore, mettersi in ascolto, riflettere criticamente e prepararsi attivamente al cambiamento prima che questo venga imposto dagli eventi.

[1] Enciclopedia Treccani (https://www.treccani.it/vocabolario/antropocene_(Neologismi)/ [24.10.2024])

[2] Jonas H. (2009), Il principio responsabilità. Un’etica per la civiltà tecnologica.

[3] Mercalli L. (2018), Non c’è più tempo. Come reagire agli allarmi ambientali.

[4] Dipartimento federale dell’ambiente, dei trasporti, dell’energia e delle comunicazioni DATEC.
(https://www.uvek.admin.ch/uvek/it/home.html [24.10.2024])

[5] Ufficio federale dello sviluppo territoriale ARE
(https://www.are.admin.ch/are/it/home/media-e-pubblicazioni/pubblicazioni/forum-sviluppo-territoriale/forum-raumentwicklung-2-20.html [24.10.2024])

[6] Associazione Rifugiurbani(https://rifugiurbani.ch/wp-content/uploads/2022/05/RU_statuto-22.12.2021-1.pdf [24.10.2024])

[7] Bertolini S. (2018), La relazione uomo-natura nell’ontologia di Nicolai Hartmann. Per un possibile dialogo con l’etica ambientale.

[8] Kropotkin P.A. (2020), Il mutuo appoggio. Un fattore dell’evoluzione.

[9] Atti del Convegno “Le comunità naturali”, Pianeta Terra Festival 2024, Lucca. Direttore scientifico Stefano Mancuso

[10] Luca Mazzucchelli intervista a Umberto Galimberti
https://www.psicologiacontemporanea.it/blog/luca-mazzucchelli-intervista-umberto-galimberti/ [24.10.2024])

[11] Galimberti U. (2019), Perché? 100 storie di filosofi per ragazzi curiosi.

[12] Unesco – Cos’è l’educazione allo sviluppo sostenibile?
(https://www.unesco.org/en/sustainable-development/education/need-know?hub=72522 [24.10.2024])

[13] Galimberti U. (2023), L’etica del viandante.

[14] habitout – Progetto Associazione RifugiUrbani
https://rifugiurbani.ch/wp-content/uploads/2022/05/HO-Brochure-ambito-turistico-04.05.2022.pdf [24.10.2024])

[15] Dipartimento del territorio DT
https://m4.ti.ch/fileadmin/DT/temi/piano_direttore/schede/schede_file/R09.pdf [24.10.2024])

[16] Design Hotels
(https://www.designhotels.com/culture/design/introducing-the-promadic-traveler [24.10.2024])

[17] federlegno.ch
(https://www.federlegno.ch/files/federlegno/images/elementi_menu/progetti/progetto_frondifere/Rapporto_finale_del_modulo_test-pratico.pdf [24.10.2024])

[18] Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile
https://www.eda.admin.ch/agenda2030/it/home.html [24.10.2024])

Clicca qui per vedere la brochure del progetto pilota “Monteceneri 2024”.

A CHE PUNTO SIAMO

Alcuni contatti avuti in sede di progetto con l’Autorità cantonale ci hanno incoraggiati a proseguire e, oggi, siamo pronti ad implementare il progetto ricercando interlocutori istituzionali, commerciali o privati con la nostra stessa visione, pronti a collaborare e sostenerci. In Ticino, nel post-pandemia, sono apparse numerose iniziative turistiche simili ma quasi sempre accompagnate da strutture ricettive già organizzate che mettono a disposizione a pochi metri di distanza, per esempio, bagni pubblici o privati, colazione, ecc…
Lo scopo di RifugiUrbani è quello di riuscire a contenere le tariffe di soggiorno negli HabitOUT, quasi rendendole simboliche, pur offrendo un mini-rifugio spartano ma completo di ogni necessità, in prossimità della mobilità lenta e pubblica. Possiamo offrire a tutti (viaggiatori solitari, in coppia, famiglie, piccoli gruppi, ecc.) una struttura di soggiorno per poche notti che però è immediatamente modulabile e può variare al suo interno, trasformandosi completamente per diventare un’aula scolastica, una sala conferenze o un semplice osservatorio.

11.2015

Kick-off progetto

Si crea il gruppo di lavoro, si identificano possibili partner, si sviluppa l’idea e come poterla realizzare.

11.2015

02, 2016

Workshop “Hotel Ticino”

Prende avvio il Workshop in collaborazione con il Corso di Laurea in architettura del DACD della SUPSI a Lugano, l’Istituto Sostenibilità Applicata all’Ambiente Costruito ISAAC SUPSI e TicinoTurismo con il sostegno di federlegno.ch e la piattaforma di riqualificazione professionale Svizzera InnoPark SA di Manno.

02, 2016

12, 2018

Nuovo Comitato RifugiUrbani

L’associazione si trasforma e cresce, rinnova il proprio Comitato avviando una nuova fase di riflessione e promozione del progetto.

12, 2018

11, 2019

Studio di fattibilità – HabitOUT

RifugiUrbani si propone di dare seguito al progetto attraverso la creazione in futuro di una rete interconnessa nel territorio cantonale di una decina di rifugi eco-friendly denominati appunto HabitOUT. Presentazione del progetto presso DT e DFE e inoltro richiesta per il finanziamento.

11, 2019

12, 2020

Domanda di costruzione preliminare informativa

Inoltro della domanda di costruzione preliminare informativa per il prototipo HabitOUT “Caso Monteceneri”, valutazione tecnica preliminare.

12, 2020

OGGI

Ubicazione & finanziamento

I contatti avuti in sede di progetto con l’Autorità cantonale ci hanno incoraggiati a proseguire e, oggi, siamo pronti ad implementare il progetto ricercando interlocutori istituzionali, commerciali o privati con la nostra stessa visione, pronti a collaborare e sostenerci.

Lo scopo di RifugiUrbani è quello di riuscire a contenere le tariffe di soggiorno negli HabitOUT, offrendo un mini-rifugio spartano ma completo di ogni necessità, in prossimità della mobilità lenta e pubblica. Possiamo offrire a tutti (viaggiatori solitari, in coppia, famiglie, piccoli gruppi, ecc.) una struttura di soggiorno che però è immediatamente modulabile e può variare al suo interno, trasformandosi completamente per diventare un’aula scolastica, una sala conferenze o un semplice osservatorio.

OGGI

OBIETTIVI DI SOSTENIBILITÀ COINVOLTI NEL PROGETTO

Per far fronte ai suoi numerosi impegni sociali, la nostra associazione conta anche su contributi privati affinché possa sempre disporre della necessaria copertura finanziaria.
I contributi privati ci permettono di continuare a proporre nuove iniziative e attività di sensibilizzazione nei confronti della popolazione e delle autorità competenti.

COLLABORAZIONI, PARTNER

IN COLLABORAZIONE CON:

CON IL SOSTEGNO IN QUANTO PARTNER DI: